“Tagliarsi ciocche di capelli serve solo a lavarsi la coscienza” – Secondo Souad Sbai, responsabile immigrazione della Lega, l’Iran non è ancora pronto a ribellarsi al radicalismo islamico e il pericolo di una crescita del salafismo c’è anche in Italia.

“Mi auguro che cada il regime di Teheran, ma il salafismo è ancora forte”. Souad Sbai, responsabile immigrazione della Lega e presidente dell’Associazione Acmid-Donna Onlus, è convinta che le manifestazioni di protesta delle donne iraniane per l’uccisione di Mahsa Amini non saranno sufficienti. “Affinché cambi qualcosa si deve muovere la società civile e la società medio-alta con una massiccia evoluzione delle proteste”, sentenzia l’ex deputata del Pdl.

E le sanzioni, invece, sono utili?

“Gli iraniani vivono da una vita con le sanzioni. Anzi, aiutano il regime che attribuisce la colpa delle sanzioni all’Occidente e all’America. Non credo più all’utilità delle sanzioni. Non funzionano, se sottobanco trattano tutti. Durante il Covid, poi, ci sono stati tanti morti e problemi. Mi sarei aspettata maggiori proteste, ma purtroppo, manca ancora la mobilitazione della classe media che fa rumore e l’unità del popolo iraniano. Sì, ci sono state attiviste arrestate e uccise o che rischiano di morire, ma non vedo aria di rivoluzione”.

In Occidente tante donne si stanno tagliando delle ciocche di capelli in segno di solidarietà con Mahsa Amini. È un gesto utile oppure no?

“No,li avrei rasati anch’io se fosse servito a qualcosa. È un gesto di lutto che deve rimanere delle donne iraniane. Se lo fanno tutte, anche le donne occidentali con le extension, si ridicolizza quel gesto. Tagliarsi una ciocca di capelli, lascia il tempo che trova ed è un po’ come lavarsi la coscienza, mentre le donne iraniane stanno bruciando il velo e stanno sfidando il fondamentalismo più pericoloso del mondo.In Occidente sarebbe meglio che ci fosse una vera e quotidiana manifestazione”.

A tal proposito, il Pd ha organizzato una manifestazione di solidarietà per il 13 ottobre. Lei cosa ne pensa?

“Sì, vabbè, nel giorno di inaugurazione delle Camere. È ridicolo, è la classica iniziativa dei radical-chic a cui delle donne iraniane non è mai importato nulla. È una manifestazione da fare oggi, ieri, subito. Finora sono morte 400 donne iraniane. Chissà quante ne moriranno da qui al 13 ottobre…”.

E, intanto, la sinistra europea ha votato a favore del hijab. Non è un po’ paradossale?

“Certo che lo è. Prima incoraggi le donne occidentali a portare il hijab in Europa, e poi protesti contro l’uso del velo in Iran? Sono due cose assolutamente inconciliabili”.

Qual è la situazione delle donne islamiche in Italia?

“Il 37% delle donne non va a scuola e, poi, ce le ritroviamo radicalizzate. Non devono vivere una vita parallela dentro lo Stato italiano e il nuovo governo dovrebbe occuparsi maggiormente del tema dei matrimoni forzati. Non dobbiamo permettere che in Italia capiti ciò che sta avvenendo nelle periferie della Francia dove c’è una situazione molto preoccupante. Anche in Italia dobbiamo stare attenti alla diffusione del salafismo che, negli ultimi tre mesi, è in forte e veloce crescita. I fondamentalisti ora sono ovunque e si stanno infiltrando anche dentro i partiti italiani ed europei”.

IlGiornale

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