Si legge nell’introduzione del libro Le ombre di Algeri (edito da Armando Curcio Editore) e scritto da Souad Sbai, dal 1997 Presidente di ACMID-Donna Onlus:
“Se si chiudono per un attimo gli occhi pensando alla realtà femminile algerina si potrebbe visualizzare mentalmente un “fiore” con i petali stracciati e violentatati. Un fiore che sopravvive a fatica a causa della mentalità rigida e della cultura estremista.
Non si può non accogliere la proposta di fare un nuovo viaggio, questo volta all’interno di un singolo Paese con un percorso tutto suo, con una sua storia e con un proprio dramma che si consuma dall’indipendenza in poi, fino ai nostri giorni.
Si tratta di guardare un fiore, una rosa che, estranea agli occhi del mondo occidentale, potrebbe suscitare una sensazione di stupore ma anche di grande tristezza e drammaticità.
L’Algeria è un crocevia, sospeso da una parte, con la cultura del mondo occidentale, dall’altra con quella orientale e subsahariana. Si tratta di un Paese la cui realtà è così complessa a tal punto da poter sembrare per certi aspetti anche molto contraddittoria agli occhi di chi non lo conosce.
Prendere coscienza della realtà algerina significa guardare all’interno di un mondo molto differente da quello a cui gli europei sono abituati a confrontarsi.
È un Paese sospeso tra “orientalismi” ed occidentalismi; tra la voglia ottimista di democrazia e la drammatica spinta del soffocante fondamentalismo che da molto tempo ormai comprime tutto il Paese.
Non si può non essere incuriositi dalla vita frenetica di Algeri dove il profumo ed i colori, tipici di questa città, fanno da cornice all’estremismo ed alla violenza della guerra civile.
È una fotografia “scritta” dove si vuole illustrare uno spaccato della situazione socio-politica algerina che è sempre più cristallizzata”.
E’ questa l’essenza del libro che vuole portare alle coscienze di tutti ciò che hanno vissuto ad Algeri, per non dimenticare.